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La storia di Angela Di Blasi, nata trentacinque anni fa a Palermo dove vive e lavora, ci fa entrare in un mondo di fiabe. Sono le “Fiabe di stoffa” che lei ha ideato anni fa e che ora insegna a bambini e adulti nei suoi laboratori di Cucilibri. Per lungo tempo li ha realizzati in diversi luoghi e città anche gratuitamente, superando con forza d’animo la difficoltà di far conoscere questa tecnica creativa semplice e al tempo stesso affascinante, a molti sconosciuta. 

Diplomata presso l’Accademia di Belle Arti della sua città, dal 2003 si è specializzata nelle illustrazioni di fiabe e racconti in modo non convenzionale, utilizzando materiale riciclato per creare “libri”. Scampoli di stoffa o tovaglioli, per esempio, diventano “fogli bianchi” dove Angela imbastisce figure, spesso fiabesche, che poi disegna, colora e arricchisce con diversi materiali di riuso. Proprio come fanno i bambini che partecipano ai suoi laboratori e imparano a realizzare le pagine di una storia con forbici, aghi e ditali. In questa breve intervista scopriamo come i suoi Cucilibri sono approdati oltre i confini d’Italia…
Ciao, Angela, ti conosco e so quanta passione e determinazione metti in tutto quello che fai. Non è stato facile portare nelle scuole i laboratori dei tuoi Cucilibri, ma dopo anni ce l’hai fatta.
E ora?
Sono molto felice. Pensavo che trasformare il mio sogno in un lavoro fosse difficile, e infatti è stato così. È stato un traguardo che ho conquistato con le mie forze e la mia caparbietà. Due anni fa ho scelto perfino di lasciare quel posto di commessa nel negozio di oreficeria che mi dava una certa sicurezza economica. E sono stati momenti davvero difficili. A un certo punto ero così sfiduciata che pensavo di mollare. Ma poi, vogliamo dire “per caso”? “per fortuna”? con i miei laboratori sono arrivata in una scuola vicino Ginevra…
E com’è successo?
Ho un’amica che insegna italiano ai bambini di una scuola a Ferney-Voltaire, a pochi passi da Ginevra. Lei seguiva da tempo i miei laboratori su internet e ne è rimasta affascinata, le piaceva in particolare quello delle Fiabe di Stoffa e quando lo ha presentato ai dirigenti scolastici ne sono rimasti entusiasti. E così mi hanno contattata. Non puoi immaginare la mia felicità quando ho appreso che avrei portato un mio laboratorio fuori dall’Italia.
E tutto questo è avvenuto “per caso”?
Non saprei se chiamarlo davvero così. Io in fondo credo che il motore trainante delle cose positive che stanno accadendo, quello che ha permesso di cambiare il mio atteggiamento, si è innescato quando ho capito cosa volevo fare da grande: trasmettere la mia passione per filo e per segno.
Cosa ti sei portata a casa dall’esperienza di Ginevra?
Questa trasferta per me è stata una svolta. Il segno tangibile che la mia passione per i laboratori di Cucilibri può essere il mio mestiere.
I tuoi laboratori ormai sono anche in alcune scuole di Palermo e molti ti chiedono informazioni da ogni parte d’Italia…
È vero. E la soddisfazione più grande che sto vivendo tuttora, presso le scuole di Palermo è vedere nei visi dei bambini, dei genitori e delle insegnanti (che mi hanno aiutato in questo percorso), stupore, curiosità, gratitudine, felicità. Ma non dimentico che non è stato facile lavorare con i bambini i primi tempi. Dopo tanti laboratori che ho fatto agli inizi ho capito cosa non andava, mi sono fatta le domande giuste e mi sono resa conto che il migliore approccio che si può offrire è quello di rendere l’esperienza divertente, comunicare i passaggi tecnici con semplicità e stimolare la fantasia, la curiosità, l’immaginazione. Facendo così, quando spiego all’inizio di un laboratorio cosa c’è da fare, non riesco quasi a trattenerli perché non vedono l’ora di iniziare.

Che cosa avviene quando i bambini scoprono come si fa una Fiaba di Stoffa?
All’inizio sono incuriositi da come si possa realizzare un’illustrazione utilizzando un foglio di stoffa. Ma poi quando si mettono all’opera è incredibile vedere la loro disinvoltura nell’usare ago e filo, nell’immaginare sfondi e personaggi. È un’esplosione di creatività

La storia di Angela Di Blasi, nata trentacinque anni fa a Palermo dove vive e lavora, ci fa entrare in un mondo di fiabe. Sono le “Fiabe di stoffa” che lei ha ideato anni fa e che ora insegna a bambini e adulti nei suoi laboratori di Cucilibri. Per lungo tempo li ha realizzati in diversi luoghi e città anche gratuitamente, superando con forza d’animo la difficoltà di far conoscere questa tecnica creativa semplice e al tempo stesso affascinante, a molti sconosciuta.
Diplomata presso l’Accademia di Belle Arti della sua città, dal 2003 si è specializzata nelle illustrazioni di fiabe e racconti in modo non convenzionale, utilizzando materiale riciclato per creare “libri”. Scampoli di stoffa o tovaglioli, per esempio, diventano “fogli bianchi” dove Angela imbastisce figure, spesso fiabesche, che poi disegna, colora e arricchisce con diversi materiali di riuso. Proprio come fanno i bambini che partecipano ai suoi laboratori e imparano a realizzare le pagine di una storia con forbici, aghi e ditali. In questa breve intervista scopriamo come i suoi Cucilibri sono approdati oltre i confini d’Italia…
Ciao, Angela, ti conosco e so quanta passione e determinazione metti in tutto quello che fai. Non è stato facile portare nelle scuole i laboratori dei tuoi Cucilibri, ma dopo anni ce l’hai fatta.
E ora?
Sono molto felice. Pensavo che trasformare il mio sogno in un lavoro fosse difficile, e infatti è stato così. È stato un traguardo che ho conquistato con le mie forze e la mia caparbietà. Due anni fa ho scelto perfino di lasciare quel posto di commessa nel negozio di oreficeria che mi dava una certa sicurezza economica. E sono stati momenti davvero difficili. A un certo punto ero così sfiduciata che pensavo di mollare. Ma poi, vogliamo dire “per caso”? “per fortuna”? con i miei laboratori sono arrivata in una scuola vicino Ginevra…
E com’è successo?
Ho un’amica che insegna italiano ai bambini di una scuola a Ferney-Voltaire, a pochi passi da Ginevra. Lei seguiva da tempo i miei laboratori su internet e ne è rimasta affascinata, le piaceva in particolare quello delle Fiabe di Stoffa e quando lo ha presentato ai dirigenti scolastici ne sono rimasti entusiasti. E così mi hanno contattata. Non puoi immaginare la mia felicità quando ho appreso che avrei portato un mio laboratorio fuori dall’Italia.
E tutto questo è avvenuto “per caso”?
Non saprei se chiamarlo davvero così. Io in fondo credo che il motore trainante delle cose positive che stanno accadendo, quello che ha permesso di cambiare il mio atteggiamento, si è innescato quando ho capito cosa volevo fare da grande: trasmettere la mia passione per filo e per segno.
Cosa ti sei portata a casa dall’esperienza di Ginevra?
Questa trasferta per me è stata una svolta. Il segno tangibile che la mia passione per i laboratori di Cucilibri può essere il mio mestiere.
I tuoi laboratori ormai sono anche in alcune scuole di Palermo e molti ti chiedono informazioni da ogni parte d’Italia…
È vero. E la soddisfazione più grande che sto vivendo tuttora, presso le scuole di Palermo è vedere nei visi dei bambini, dei genitori e delle insegnanti (che mi hanno aiutato in questo percorso), stupore, curiosità, gratitudine, felicità. Ma non dimentico che non è stato facile lavorare con i bambini i primi tempi. Dopo tanti laboratori che ho fatto agli inizi ho capito cosa non andava, mi sono fatta le domande giuste e mi sono resa conto che il migliore approccio che si può offrire è quello di rendere l’esperienza divertente, comunicare i passaggi tecnici con semplicità e stimolare la fantasia, la curiosità, l’immaginazione. Facendo così, quando spiego all’inizio di un laboratorio cosa c’è da fare, non riesco quasi a trattenerli perché non vedono l’ora di iniziare.

Che cosa avviene quando i bambini scoprono come si fa una Fiaba di Stoffa?
All’inizio sono incuriositi da come si possa realizzare un’illustrazione utilizzando un foglio di stoffa. Ma poi quando si mettono all’opera è incredibile vedere la loro disinvoltura nell’usare ago e filo, nell’immaginare sfondi e personaggi. È un’esplosione di creatività che sorprende tutti, me compresa.
Cosa ti aspetti per il futuro?
Non so cosa accadrà in futuro. Per me è importante credere in ciò che faccio e condividerlo con gli altri. Come è stato importante avere fede nel mio desiderio di insegnare ai bambini un modo diverso di creare. C’è una frase che porto sempre con me e che si addice molto a questo percorso che sto seguendo: “gli uomini dovrebbero imparare a guardare il mondo con gli occhi di un bambino”. Io voglio continuare a guardare il mondo così.
Anna Maria Corposanto

 

 

http://mestieriadarte.com/angela-di-blasi-i-cucilibri-sono-diventati-il-mio-mestiere/

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