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di GRAZIA LA PAGLIA

C’è una voce narrante che accompagna i bambini fino in fondo al mare, alla ricerca di un tesoro perduto, di una corona d’oro, di un anello prezioso. E poi ci sono tante stoffe colorate, dalle mille fantasie, che aspettano di essere ritagliate e cucite dalle manine di bambini dai due anni in su. Dentro un’aula scolastica o al Museo del Mare, a due passi dal lago Lemano o nella Casetta Rossa del quartiere romano di Garbatella. Spazio alla fantasia per riportare sul proprio “cucilibro” una Fiaba di stoffa, raccontando con i colori della lana e del cotone la scena della storia appena ascoltata che ha colpito di più. È questa l’idea di Angela Di Blasi, artista e illustratrice che già durante il suo periodo di formazione all’Accademia delle Belle Arti di Palermo cominciò ad avvalersi di ago e filo per dar vita a immagini fiabesche. Un gioco, un collage di tecniche iniziato per caso tra una lezione e l’altra, ma che negli ultimi diciotto mesi è diventato un vero e proprio lavoro. I suoi laboratori, sempre più seguiti in città, iniziano anche ad andare al di là dello Stretto. Da Brancaccio e Bonagia, dove attualmente i suoi corsi vengono utilizzati per contrastare la dispersione scolastica di bambini con situazioni familiari difficili, Angela è partita per raggiungere il liceo Internazionale Ferney Voltaire. Nella scuola a due passi da Ginevra, dove gli alunni hanno lingue e culture differenti, l’illustratrice palermitana è stata invitata a tenere le sue lezioni con bambini di otto e nove anni.
La chiamata è arrivata dopo una selezione di progetti presentati anche da altri artisti. «Per loro ho scelto una filastrocca di Tognolini che parla dei figli del mondo», racconta l’artista mentre si prepara per la partenza ed infila in valigia i cucilibri, fogli di cartone piegati a forma di libro e che, nei prossimi giorni, saranno la base delle Fiabe di Stoffa dei suoi nuovi alunni di una classe multietnica.  «Ai bambini propongo sempre storie diverse, da quella di Colapesce (riadattata per loro da Alberto Criscione) a quelle di Pitrè, perché voglio far conoscere alle nuove generazioni le nostre tradizioni – dice Angela – Spesso prendiamo spunto anche dalle filastrocche di Rodari e di Tognolini, altre volte siamo partiti dai testi di Boccaccio». In questo modo Angela è riuscita a coniugare la storia locale, lo sviluppo della manualità e della creatività, il contrasto alla dispersione scolastica con il rispetto per l’ambiente. «Ogni bambino torna a casa con una Fiaba di Stoffa realizzata interamente con materiale da riciclo. Pezzi di legno, cerniere, fili di lana e stoffe».
Quella in Svizzera è solo una delle tante tappe fuori dalla Sicilia. Un anno fa è stata a Roma, nella parco del quartiere Garbatella. In quel pomeriggio di maggio ha realizzato il suo laboratorio durante una manifestazione in cui era stato invitato anche Erri De Luca che si è chiusa con un concerto di Tirabassi. Accanto a lei, quel giorno, Alberto Criscione, figlio dello scultore Giuseppe che ha portato in tutto il mondo i suoi personaggi di presepe dai tratti prettamente siciliani. È lui ad affiancare Angela nei laboratori scrivendo le storie commissionate, facendo da lettore e aiutando i bimbi che non riescono ad immergersi subito nel mondo della fantasia. «Mi siedo accanto agli alunni che non trovano la giusta ispirazione per riempire il loro cucilibro – spiega Alberto – e alla fine ognuno torna a casa con una storia unica».
Ed è sempre una sorpresa osservare i lavori finali dei bambini che, entrati in aula sostenendo di non saper cucire, concludono gli incontri con una storia creata con tante sagome, i loro personaggi, ritagliati sulla stoffa. «Se avessimo usato la colla invece dell’ago ci saremmo annoiati» dicono tornando a casa con la loro fiaba sotto il braccio.

 

 

 http://trovalavoro-palermo.blogautore.repubblica.it/2015/05/12/i-cucilibri-sbarcano-in-svizzera-cosi-le-favole-diventano-un-business/

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