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ANGELA DI BLASI: POETICA, LINGUAGGI, SPERIMENTAZIONI ARTISTICHE – oltre la cultura dello scarto.

(testo di Claudia Desiree Lentini)

Ad Angela Di Blasi bastano alcuni scampoli di stoffa recuperati in luoghi di fortuna, antichi esemplari di carte e filigrane siciliane dono di un amico caro e un paio di fili colorati di lana cardata per evocare il Mare che canta ed incanta e per illustrare una storia d’amore speciale: quella tra la Donna e il Mare.

Un amore che la Donna celebra in una danza.

Un amore che si consuma tutto: ora in una rapsodia di colori squillanti che rimanda al fragore delle onde del Mare, ora in un canto struggente che parla al sole dell’alba e a quello del tramonto.

L’incontro tra queste due forze archetipiche (la Donna e il Mare) avviene in Sicilia, isola di contrasti e luogo eletto di ispirazione per l’Artista.

Qui convivono in contrasto ed al contempo in armonia (che mistero, la Sicilia!) elementi della natura dal fascino sempre potente e suggestivo.

In “Song of the Sea”, lo “spartito” dei colori – in un continuo rimando tra la notazione musicale e quella visuale, come peraltro suggerito dal tema della mostra- scandisce ritmicamente gli elementi del paesaggio marino utilizzando gli “accordi” del celeste e del porpora, del rosa vibrante che vira al magenta, al sabbia che muta in giallo sole.

Quando Angela Di Blasi precisa i “toni maggiori e i toni minori” del colore lo fa ricorrendo alla scelta delle tecniche (mai banali), dei materiali (scarti e riuso) e del loro accostamento inusuale: cuciarte su carta a mano e ricamo a macchina per segnare ritmicamente la danza della Donna con il Mare e lavorazione della lana cardata su feltro e ricamo a macchina per illustrare l’insieme di spunti melodici, anche molto diversi tra di loro per ritmo e armonia, dedicati al Mare.

Il riverbero della luce del sole sull’acqua del mare è un filo di lana cardata color magenta. Il mare è un merletto trovato chissà dove. La donna che danza è una sagoma ritagliata su un foglio di carta.

L’originale vocazione nel rigenerare artisticamente materiali poveri e di riciclo, inserisce da anni Angela Di Blasi a pieno titolo fra gli artisti della c.d. trash art o più in generale fra quegli artisti (ad es. Jane Perkins) che hanno eletto gli scarti a materiale prediletto di sperimentazione artistica.

La scelta di ricorrere allo scarto interessa trasversalmente molti movimenti artistici, a partire dalle deviazioni pop del Ready Made ad opera di Duchamp sino alle sperimentazioni esplorate da Andy Warhol con la pop art o da Piero Manzoni attraverso l’arte oggettuale. L’elenco degli sperimentatori del “riciclo” potrebbe continuare con Picasso o Georges Braque.

Se nel Novecento si sperimentano, dunque, nuovi linguaggi, anche grazie all’introduzione di materiali di scarto affiancati a quelli aulici della tradizione, è invece oggetto del dibattitto artistico e sociale più avvertito dei nostri giorni affermare che pur negli scarti risieda una forma (nuova) del “bello estetico”.

Una bellezza capace di contrapporsi alle definizioni consolidate e mature delle culture ufficiali, in grado di generare emozioni- anche contrastanti- di indignare e di provocare riflessioni sulla cultura consumista che scandisce le ore della nostra quotidianità e che impone i ritmi forsennati del ciclo produttivo-industriale.

Angela ha indagato negli anni questi temi in svariate iniziative, mostre, manifestazioni, pervenendo finanche alla creazione e realizzazione di manufatti originali da usare o da indossare:

  • Inturciuniate, collane gioiello realizzate con bottoni ed altri materiali artigianali da riciclo che si avviluppano attorno ad un fil di ferro.

  • Cucigioie e Cucibag realizzate con tessuti di scarto di varia provenienza tra di loro accostati in un patchwork creativo.

  • Cucidipinti, Cucilibri in cui si narrano, dipinti, favole e storie ricorrendo all’illustrazione di personaggi, paesaggi realizzati con stoffe riciclate e ricami a mano.

Giova sottolineare, tuttavia, che l’Artista oltre ad abbracciare la “cultura dello scarto” e a farne un motivo di indagine artistica, ha elaborato una sua cifra stilistica originale che in questa mostra emerge con grande forza.

La Cuciarte per Angela non è solo una tecnica, è soprattutto una vocazione artistica che mira a nobilitare “stoffe, ovatta, fili, lana, e ogni materiale si possa riciclare” attraverso una cucitura”.

L’ago e il filo nelle mani di Angela sono come una matita nelle mani esperte di un ritrattista o come un pennello nelle mani di un pittore. La sua tela è invece lo scampolo di tessuto sul quale ricama storie, favole, immagini.

La Cuciarte arriva immediata al cuore, anche dei bambini protagonisti di tanti Laboratori in cui apprendono come cucire e raccontare le favole, dando libero sfogo alla loro immaginazione. Tante scuole hanno aperto le porte ai Laboratori della Cuciarte perché insegnare ai “piccoli” giocando è davvero un’arte da coltivare e promuovere.

Soprattutto nei Laboratori della Cuciarte, l’Artista esprime sé stessa in modo compiuto e generoso aiutando i bambini a sviluppare la loro fantasia e creatività:

voglio trasmettere amore per la mia terra e per le nostre tradizioni, attraverso il racconto delle storie. Lo strumento della Cuciarte mi permette di illustrare ai bambini ed anche agli adulti le criticità connesse alla cultura consumista dello spreco e di promuovere, invece, la cultura dello scarto in modo creativo”

La poetica di Angela si arricchisce per questa Mostra di un altro tema: alla denuncia ambientale e all’impegno civico per un’economia sostenibile, si affianca oggi anche la consapevolezza di essere una Donna che non vuole essere più contemplata come un’allegoria dell’immaginario. La Donna è una protagonista consapevole del suo tempo e fonte di ispirazione per la sua terra. Un raggio di sole per tutti.

Danza con il Mare, ma giammai questa Donna danza per qualcuno.

A cura della Dott.ssa Claudia Desirèe Lentini

Nata a Milano, vive e lavora a Palermo.  Esperta di politiche pubbliche e sviluppo territoriale, lavora presso diverse pubbliche amministrazioni come consulente per i temi della ricerca, dell’innovazione e della comunicazione strategica alle P. A.  – Appassionata di arte e di cultura)

 

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